Lavorando alla Warp Records e a Bleep.com, uno dei primi negozi virtuali di file MP3 drm-free, Ged Day si è reso conto di come la creazione di un efficace servizio di distribuzione musicale per la musica indipendente necessitasse di un vasto expertise, in grado di valorizzare e comunicare in modo competente e appropriato prodotti di nicchia assai differenziati. Bleep.com nasceva per iniziativa della Warp e le persone che ci lavorano si intendevano soprattutto di elettronica. Estendere il catalogo poneva quindi un problema. La soluzione? Attingere alla “saggezza della folla” attraverso una forma di crowdsourcing. Non solo: alla folla di utenti, ma sarebbe meglio dire prosumer, si sarebbe potuta delegare anche la vendita dei prodotti, scelti all’interno di un vasto catalogo. Questa l’idea di Ged Day da cui è nato nel Febbraio 2009 People’s Music Store. Come già anticipa il nome, la piattaforma consente agli utenti di creare il proprio negozio virtuale scegliendo cosa vendere (fino ad un massimo di 50 album) da un catalogo al quale contribuiscono sia un folto numero di indipendenti (fra cui Rough Trade, 4AD, Warp, Ninja Tune, Domino) sia – da Aprile - la Universal, prima major ad aderire al progetto con 300.000 brani. Tutto rigorosamente drm-free. Dalla vendita gli utenti-retailer guadagnano non soldi bensì dei punti (il 10% sul prezzo di singoli e album), che possono essere usati per comprare altra musica all’interno del negozio. Dunque l’accumulo di punti fornisce agli utenti la possibilità di acquisti gratuiti (sempre all’interno del catalogo della piattaforma), in proporzione a quanto riescono a vendere. Oltre a ciò le pagine dei negozi presentano le solite opzioni tipiche del social networking (profilo, segnalazioni e commenti del gestore, negozi ‘amici’ o suggeriti, ecc….). Ciò fa pensare soprattutto ad un sistema per monetizzare il P2P da parte di artisti ed etichette.
Il web 2.0 sostiene la crescente centralità dei fan in molti processi: nella comunicazione (le molteplici forme di peer reccomendation attraverso blog, social network e altri tipi di piattaforma), nella diffusione (file sharing), ora anche nella vendita vera e propria. L’elemento innovativo della piattaforma consiste dunque nel meccanismo di crowdsourcing della forza vendita, combinato però con un modello tradizionale di acquisto, pay-per-content, decisamente meno innovativo.
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