Quando la musica è gratis il diritto esclusivo di offrire gratuitamente la propria musica diventa una delle poche opzioni per generare ricavi dalla musica registrata: alimentando visite, click, ed altre azioni misurabili in grado di attrarre inserzionisti. Questa l’idea di Bruce Warila, per il quale il diritto di esclusività sull’utilizzo della musica da parte degli artisti equivale al diritto alla privacy. Ma è davvero possibile sostenere questo paragone? E il file-sharing è alimentato solo dalla gratuità o anche dalla libertà di accesso e di utilizzo?
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