« Prove di crowdfunding per star affermate | Main | L’evoluzione dei servizi di streaming attraverso l’integrazione fra “pull” e “push" »

01/11/2010

Comments

Feed You can follow this conversation by subscribing to the comment feed for this post.

Grazie per l'interessantissimo articolo che personalmente ha svecchiato la mia idea di fruizione e distribuzione musicale. Resta un po' complesso capire la differenza tra servizi che tali piattaforme forniscono sia dal punto di vista di chi ascolta che di chi produce.
Da ascoltatore di last fm, inoltre, rilevo una certa difficolta' d'orientamento in questo social network e mi piacerebbe capire se la difficolta' risiede nella complessita' del meccanismo o nel poco investimento che su questo strumento e' stato fatto dopo la sua nascita.

Ciao Jacopo, grazie dell'interessamento.
Alcune delle differenze principali ho cercato di sintetizzarle nel post (il modello di business, il tipo di servizio e di opzioni che offrono ai fruitori), tuttavia è chiaro che ci sono anche differenze in termini di usabilità, user experience, ecc... che richiederebbero un'analisi più minuziosa. Se per "punto di vista di chi produce" intendi etichette e/o artisti lì le differenze riguardano i cataloghi resi disponibili e soprattutto il tipo di accordo economico per le licenze.
Mi interesserebbe invece capire meglio quali sono le difficoltà e la complessità a cui fai riferimento parlando di Last FM, sul quale mi capita di ascoltare pareri e valutazioni differenti.
Ciao
Francesco

Il problema maggiore in Italia credo resti la siae maledetta. Qualcuno ha _ben_ chiaro come ci si comporta nei sui confronti se si cerca di distribuire del materiale proprio con questi servizi?

The comments to this entry are closed.

Blog powered by Typepad

Your email address:


Powered by FeedBlitz

Become a Fan