Nel 2001, in un articolo sempre attuale, Alberto Cottica scriveva che al di là alle nuove forme di accesso alla musica digitale da parte dei consumatori, e in parte come loro conseguenza, l’istituzione del diritto d’autore era minata anche dalla poco salda alleanza fra musicisti ed editori. Uno dei motivi di tale instabilità consisterebbe, secondo Cottica, nella scarsa remuneratività del sistema per la maggior parte dei musicisti, dimostrata dal fatto che ben l’85% di loro ricevevano dalla SIAE meno di quanto versato come quota annuale di iscrizione.
Se al momento non sembra che questo 85% stia esercitando pressioni in grado di spingere all’estinzione il diritto d’autore, sicuramente il restante 15% ha definitivamente preso le distanze dall’inefficienza della SIAE, la cui grave crisi è almeno in parte radicata, secondo Guido Scorza, nell’endemica conflittualità fra autori ed editori. Sempre Scorza, nel suo blog, riprende i contenuti della lettera aperta in cui “gli autori, compositori e interpreti italiani che contano di più – almeno negli equilibri della SIAE – capitanati da Gino Paoli” richiedono esplicitamente di “liberalizzare il mercato dell’intermediazione del diritto d’autore, privando la SIAE della possibilità d agire in via esclusiva”.
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Posted by: Maximilian | 08/13/2013 at 02:40 PM