Una deroga agli argomenti riguardanti l’industria musicale per riportare la segnalazione di un interessante video, e i successivi commenti, circolati nella mailing list della International Association for the Study of Popular Music.
Il video riguarda gli eventi di Istanbul: un brano di protesta di una delle più note folk band turche, Kardeş Türküler, dal titolo (tradotto in inglese) Sound of Pots and Pans. Realizzato soli in sei giorni - compresi composizione, arrangiamento e registrazione - ha raggiunto quasi un milione e mezzo di visite in 10 giorni.
Video e musica si collegano a una lunga storia di manifestazioni di protesta che utilizzano pentole e vari utensili per produrre rumore. Una pratica le cui origini risalgono al charivari medievale e che ancora oggi riemerge in contesti diversi. Soprattutto in Sud America, col nome di "cacerolazo” o “cacerolada”, come nel caso delle proteste di quest’anno contro la corruzione politica e il governo Maduro in Venezuela o contro il “corralito” nel 2001/02 in Argentina, o in occasione delle proteste studentesche del 2011 in Cile, passando per le proteste contro Salvador Allende all’inizio degli anni settanta.
“Pots and pans revolution” è anche l’espressione usata per le proteste in Islanda nel 2008, contro il governo ritenuto responsabile del collasso finanziario.
Il
rumore della protesta può dare vita a ritmi e groove particolarmente complessi
durante le performance in strada o essere assorbito e reinterpretato, come in
questo caso, in una canzone originale. Peraltro una delle tante, dato che - come quarant'anni prima - numerosi musicisti turchi hanno abbracciato il movimento di protesta. Suoni che accompagnano ed esemplificano, nelle loro parole, "un risveglio".
p.s. per chi si chiedesse cosa c’entrano i pinguini verso la fine del video: durante i primissimi giorni, mentre montava la protesta, i media turchi ignoravano gli eventi e la CNN turca trasmetteva un documentario sui pinguini invece delle immagini di ciò che accadeva in strada.
Il post fa riferimento alla segnalazione di Nick Kavala e ai commenti di Tony Mitchell, Murray Forman, Laura Francisca Jordan, Ufuk Önen
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